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La bottigliata

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E sì, lasciamo l’abbinamento ostriche e champagne al ricco scemo (preferibilmente russo).
A non essere chic, ma pratici, sono proprio le caratteristiche organolettiche del mollusco e delle bollicine a cozzare di brutto. L’ostrica ha una consistenza grassa ma è soprattutto sapida e molto persistente. Lo champagne ha un’acidità spiccata, acuita dall’effervescenza, che fa a testate con la sapidità.

Direte voi, ma allora perché è un abbinamento così radicato nella tradizione? Perché in passato gli champagne erano più dolci e meno acidi di quelli odierni, come la maggior parte dei vini di una volta. E poi perché ci si sono messi i francesi, con le loro eccellenti doti di marketing, a fare il resto: hanno unito il loro cibo più cool con il loro vino più cool e ci hanno fatto credere che quello fosse l’abbinamento perfetto (ci hanno anche fatto credere che Anelka fosse un fuoriclasse).

Non a caso, nei tempi recenti tra i maggiori cultori dell’abbinamento ostriche-champagne (tutto gentilmente offerto da noi contribuenti) si segnala Batman Fiorito, poi passato al meno glamour pane e acqua delle patrie galere.

Ecco invece alcuni suggerimenti per un più corretto abbinamento delle ostriche con il vino o in alternativa con altre bevande.

Locorotondo DOC. E’ un bianco pugliese che i pugliesi da sempre bevono coi crudi (e vista la tradizione che hanno in materia, potete fidarvi). E’ un vino delicato, di medio corpo e dai profumi abbastanza intensi.

Friulano. Non troppo acido, equilibrato e dal tipico finale amarognolo, è da sempre il compagno ideale del prosciutto San Daniele, ma non disdegna scappatelle con le ostriche.

Zibibbo secco. Con le ostriche più sapide e dal gusto più persistente questo è il vino che ci vuole. E’ fatto con l’uva da cui si ottiene il Passito di Pantelleria, però vinificata secca. Un bianco aromatico: morbido, di grande persistenza e intensità sia al naso che in bocca.

Lacrima di Morro d’Alba. Un vino rosso sì, però decisamente particolare: per niente tannico, molto morbido, persistente e profumato. Se siete in vena di sorprese è l’abbinamento ostriche e vino che fa per voi.

Muscadet. E’ il vino che i francesi, a casa loro, bevono con le ostriche, preferibilmente sur lie (cioè fatto riposare sui lieviti) e della denominazione Sèvre et Maine. E’ un bianco della Loira occidentale, leggero ma dalla buona intensità gusto-olfattiva.

Guinness. L’abbinamento tipico degli irlandesi, che tra l’altro hanno una grande tradizione per le ostriche. La regina delle stout (birre ottenuta da orzo tostato) ha un gusto amarognolo che per contrapposizione si sposa benissimo con le ostriche più dolciastre.

Whisky. L’accostamento ovviamente è stato ideato dagli scozzesi (pur di bere whisky). In realtà se il distillato è allungato con l’acqua, per rendere l’alcol meno aggressivo, l’accoppiata può funzionare, soprattutto con i whisky torbati e dalle note salmastre dell’isola di Islay: Ardbeg su tutti.

In sintesi, per un soddisfacente abbinamento ostriche e vino ci vuole un bianco di corpo medio, non troppo alcolico e acido, intenso dal punto di vista gusto-olfattivo e persistente. Semplice, no?

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