C’è il rum e poi c’è l’authentic caribbean rum, quello che si fa da secoli e che racconta storie avventurose, sorso dopo sorso.
Proprio nei Caraibi, infatti, è nata questa pregiata bevanda (XVII sec.), divenendo da subito il drink preferito dalla feccia dell’umanità: pirati, corsari, bucanieri, filibustieri, schiavisti…
Ancora oggi il rum, ottenuto dalla fermentazione e distillazione della canna da zucchero (il rhum agricole dal succo della canna; quello industriale, la stragrande maggioranza, dalla melassa), è profondamente radicato nella cultura caraibica. Viene versato intorno alla casa in costruzione per proteggerla dagli spiriti maligni; o addirittura utilizzato come medicinale (già i pirati, oltre che per ubriacarsi, lo usavano per disinfettare le ferite).
Per preservare questo prezioso patrimonio, l’associazione dei produttori di rum caraibico ha dato vita nel 2009 al marchio Authentic Caribbean Rum. Garantisce autenticità, provenienza e qualità, rispetto ai tanti rum esistenti, fatti un po’ dappertutto (Indonesia, Canada, Filippine, Australia, India… perfino Germania e Austria). Raggruppa 18 distillerie, tra cui le più note Angostura, Barbancout, Barcelò, Brugal, El Dorado, Chairman’s Reserve e Mount Gay (la più antica del mondo, 1663).
Ognuna ha un suo stile – dalla fermentazione alla distillazione, dall’invecchiamento al blending – spesso riconducibile alle nazioni colonizzatrici. A grandi linee: i rum dei Caraibi Spagnoli sono chiari, dal gusto pulito e di corpo medio; quelli dei Caraibi Inglesi, scuri, intensi e pieni; quelli dei Caraibi Francesi, eleganti e complessi (da qui arrivano i rhum agricole).
Pur nella loro diversità, tutte le distillerie hanno accettato un disciplinare comune all’insegna della qualità, e che non a caso vieta di aggiungere additivi.
Proprio perché nella maggior parte dei casi si tratta di rum importanti, molto ricchi dal punto di vista gusto-olfattivo, sono un po’ sprecati per un mojto o un daiquiri. Quando il rum è di qualità, meglio non mixarlo ma gustarlo da solo, godere in pieno della sua morbidezza e dei suoi profumi di caramello, cacao, vaniglia, caffè. Anche perché un authentic caribbean rum il mix ce l’ha già dentro: solarità, avventura, spensieratezza. (E’ un distillato allegro, rispetto agli insipidi gin e vodka, e al malinconico whisky).
Se proprio volete unirlo a qualcosa, allora il cioccolato, con percentuali di cacao notevoli, dal 75% in su.
Ricordatevi, non è rum: è authentic caribbean rum. L’unico che quando lo bevi ti sembra di leggere un romanzo di Salgari (non sai mai se il sentore di legno è quello della botte o della gamba di qualche pirata).
bell articolo,vorrei aggiungere che i migliori sono quelli della Jamaica,per gustare al meglio un rum invecchiato si consiglia di allungarlo con 50 per cento di acqua naturale per cogliere tutti i sapori contenuti.Sembra incredibile ma vero saluti
Grazie del consiglio Massimo. A questo punto, già che ci sei, consigliaci anche qualche distilleria giamaicana che apprezzi particolarmente.
Dal canto mio, aggiungo solo che l’acqua si aggiunge per diluire un po’ l’alcol che, se si ha intenzione di “degustare” il distillato, è un po’ troppo invadente al naso e in bocca. Grazie ancora e alla prossima.
bello l’articolo, però “insipido gin” no…
ci sono tantissimi gin di nuova generazione – per usare una brutta e abusata terminologia – che utilizzano erbe, spezie, bacche inusuali (rosmarino, basilico, liquirizia, zenzero, cannella, coriandolo e molti altri) e sono morbidi, profumati, speziati….non hanno niente a che vedere con quelli che eravamo abituati a bere!
ciao
Ciao Giuseppe, in effetti non sono un amante del gin, lo considero inferiore al whisky e al rum come complessità e nobiltà. E non amo troppo neanche i distillati al gusto di qualcosa.
Comunque, aspetto di cambiare idea con qualche gin di nuova generazione, come dici tu. Si accettano suggerimenti. Grazie del commento e a presto.
Ciao Daniele, la verità è che il mio fegato, dopo molti anni e molte bottiglie di malti delle isole, armagnac, rum e altro ancora, si è ribellato e accetta soltanto, oltre ovviamente al vino, superalcolici diluiti…
credo comunque che sorseggiare prima o dopo cena un gin tonic con gin tipo il Gin Mare (spagnolo, distillato con rosmarino, basilico..), il Monkey47 (tedesco distillato con 47 botanici diversi), G Vine (francese, distillato anche con vinacce) – e molti altri ancora – sia un’esperienza decisamente interessante.
ciao, a presto
Grazie Giuseppe, per i consigli di vita e di gin.