Mi chiamo Daniele Agliata, sono un sommelier per passione, amante del vino di mestiere.
In passato ho curato la rubrica “Il Rosso e il Bianco” sul mensile GQ.
Nella mia personale storia dell’umanità, la civilizzazione è iniziata con l’addomesticamento della vite. Da quel momento in poi il vino non solo ha deliziato i nostri pasti, ma ci ha fatto innamorare, festeggiare, scoprire l’amicizia, ci ha consolato, ci ha dato coraggio, ci ha fatto fare l’amore e capire i poeti.
Insomma, in compagnia di un bicchiere di vino non ci siamo mai annoiati, se non oggi. Non per colpa sua, ma di tutti quei sommelier, accademici del vino, nasi, bocche… che parlano in modo incomprensibile e autoreferenziale. E che trattano il vino come fosse acqua: senza emozioni.
Peggio di loro, secondo me, ci sono solo gli astemi. Come erano Hitler e Mussolini.