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Magna e bevi

Se mangiare fuori vi ha stufato, potete finalmente fare l’esperienza di mangiare dentro: nel carcere di Torino Le Vallette, al ristorante Liberamensa.

Un evento, ovviamente, non solo culinario. In primis, un bellissimo progetto di formazione per i detenuti, che possono imparare un mestiere e al termine della detenzione reinserirsi nella società come chef o camerieri, ma anche baristi, pasticcieri e fornai. Del resto anche Filippo Lamantia, cuoco parecchio cool dell’omonimo ristorante a Milano, imparò a cucinare nel carcere dell’Ucciardone a Palermo.

Alla fine, comunque, nulla di così sconvolgente: l’articolo 27 della nostra Costituzione afferma tra le altre cose che “le pene devono tendere alla rieducazione del condannato.”

Che nel caso in questione il principio funzioni è testimoniato dalle bassissime recidive e dal fatto che molti ex-detenuti sono poi addirittura diventati soci di Ecosol, la cooperativa di catering che gestisce l’intero progetto: oltre al ristorante Liberamensa, il bar del carcere, il forno Farina nel sacco e un vivaio per la produzione di zafferano. Tutte queste attività danno attualmente lavoro a ben 14 detenuti, tutti regolarmente stipendiati.

L’esperienza del ristorante nasce ufficialmente nell’ottobre del 2016 e per ora prevede l’apertura solo il venerdì e il sabato sera, oltre che per eventi aziendali. L’idea in futuro è di estendere l’attività di Liberamensa a tutta la settimana, ma per questo occorrerebbe più personale a disposizione. Non che manchino i detenuti, in Italia, ma per ovvie ragioni è lungo e complesso il processo di formazione. Dopo un bel periodo di buona condotta i condannati fanno domanda all’educatore; una volta selezionati è l’amministrazione del carcere che dopo una serie di attente verifiche valuta chi ha i requisiti per aderire al progetto.

Per prenotare la cena da Liberamensa occorre dare anche gli estremi di un documento d’identità. Poi l’esperienza di una singolare notte al fresco può finalmente iniziare. Si entra nel carcere, si passano i controlli e il ristorante è subito lì. Di giorno è lo spazio del bar dove consumano i pasti gli agenti di custodia e il personale carcerario. In cucina c’è un cuoco civile che coordina una brigata di detenuti. Il menù è fisso e cambia ogni 3 settimane, in base alla stagionalità. Io ne ho provato uno di fine inverno, parecchio sostanzioso. La carta dei vini è in formazione, attualmente privilegia cantine sociali piemontesi dall’ottimo rapporto qualità prezzo (su tutti i Produttori del Barbaresco).

Il conto al ristorante Liberamensa è fisso: 30 € più il vino. Considerando il numero di portate (4 più il dolce) e anche il fatto che i camerieri sono due ex rapinatori, non è per niente un furto.

Ristorante Liberamensa
Carcere Le Vallette (Casa Circondariale Lorusso e Cotugno)
Via Maria Adelaide Aglietta 35, Torino
Prenotazioni al 3458784980
Aperto solo il venerdì e il sabato sera

 

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