Azienda Agricola Serragghia – Serragghia Bianco, Zibibbo IGP Terre Siciliane 2013
Il Serragghia Bianco è uno zibibbo secco che rientra nella grande famiglia dei vini naturali, ramo nobile, quello che “non contiene solfiti”. Contiene, invece, solo l’uva, il sole e la terra di Pantelleria. Un puntino di 83 km proprio al centro del Mediterraneo, a due passi dalla Sicilia e a un passo dall’Africa. Più che un’isola un rigoglioso giardino, che a causa della sua posizione strategica ha subito nel corso dei secoli svariate dominazioni, dai fenici ai fascisti (che volevano sventrarla per fare un canale dove entrare coi sottomarini fino a un lago interno).
Probabilmente furono proprio i fenici a portare a Pantelleria l’uva zibibbo (oggi più nota nella versione passito) e a coltivarla in singoli alberelli, ognuno dentro la sua buchetta per proteggerli dal vento. Tutta questa bellezza recentemente è diventata patrimonio dell’Unesco (a pochi mesi dalle Langhe) ed è la prima volta in assoluto per una pratica agricola.
Gabrio Bini, architetto milanese, capita a Pantelleria per lavoro e se ne innamora. Ci ritorna (si può quasi dire affetto dal mal d’Africa), compra casa e terra nella contrada Serraglia (Serragghia in dialetto), e a 65 anni scopre con piacere che le sue erano braccia rubate all’agricoltura. Dopo i capperi, s’appassiona alla vigna e nel 2005 esce la prima annata di Serragghia Bianco. Oggi è un uomo felice che dichiara di bere più vino di quanto ne venda.
C’è solo un modo per incrinare la sua felicità: parlargli di solfiti. Categoricamente non li aggiunge al suo vino (e non sono molte le etichette che possono dichiararlo); così come tutti gli altri additivi chimici consentiti. Lo stesso dicasi per la vigna, che non subisce trattamenti di sintesi, come la terra conferma: morbida e viva. Anche perché ad ararla non ci pensa il trattore New Holland ma la cavalla Flora. Il Serragghia Bianco è pieno piuttosto di additivi naturali: il sole che favorisce una maturazione perfetta delle uve, il vento che le pulisce prevenendo le muffe, il terreno vulcanico che dà mineralità e il monte Gibelè che dona acidità.
La fermentazione avviene in piccole anfore di terracotta, poi il vino matura a contatto con le bucce in anfore ancora più grandi per circa 7 mesi. Secondo Gabrio è il contenitore che garantisce la migliore microssigenazione.
Già al naso inebriante: albicocca, datteri, miele, frutta secca e candita, note marine. In bocca è ancora più stupefacente, con un bel corpo, un’acidità insolita per un bianco mediterraneo e la bevibilità da succo di uva, tipica dei vini naturali. Con un bel cous cous di pesce, anche molto speziato, si sentirà a casa.
Potete berne quanto volete: il giorno dopo non avrete mal di testa, ma solo bei ricordi.
Bottiglie: 10.000. Prezzo: 50 € circa.
Potete trovarlo a Roma: L’angolo divino, Via dei Balestrari 12; a Milano: Cantine Isola, Via Paolo Sarpi 30.
Azienda Agricola Serragghia
Contrada Serragghia, 91017 Pantelleria Tel. +39/ 3356563152
www.serragghia.it