Si chiama come una chiesa, ma nella trattoria San Filippo Neri non regna certo un religioso silenzio. Questo verace avamposto della Milano che fu, in verità non ha nulla a che fare coi preti, né tanto meno coi ciellini (ormai con Formigoni abituati a pasteggiare a champagne). Ci riporta invece a certe atmosfere proletarie degli anni 60 e 70, del Cerutti Gino di Gaber e de “La vita agra” di Bianciardi, quando la città non aveva ancora prodotto una delle figure più mostruose della modernità: il fighetto milanese. Anche l’ubicazione (zona Precotto, a due passi dall’operaissima Sesto San Giovanni) trasuda un certo tipo di umanità.
Da 30 anni la trattoria San Filippo Neri ha la stessa missione (in questo caso sì, religiosa): dar da mangiare ai lavoratori in pausa pranzo con il massimo della qualità e il minimo del prezzo. Dalle 12 alle 15 si arriva così alla media spaventosa di 300 coperti (compresi i festivi quando la trattoria si riempie di famiglie); grazie a questi numeri Piero Zanotta, il cuoco-proprietario, riesce a contenere i prezzi. E contemporaneamente a guadagnare il necessario per mantenere la società di calcio dell’Accademia di San Donato, di cui è presidente: convinto che con la partita di domenica i ragazzi non vadano in giro il sabato sera con la cresta e i pantaloni calati a fare danni (non solo estetici).
L’ambiente è tipico dei bar-trattoria di una volta. All’entrata c’è il bancone, poi un corridoio che porta alla trattoria. Sulla soglia vi aspetta una cameriera (quasi vigilessa) che gestisce il traffico di clienti nel frastuono generale. Se siete da soli v’inviterà a sedere al “tavolo dell’amicizia”, dove sarete indotti a socializzare tra estranei. Non cambia molto nel resto della trattoria, dove ci si siede tutt’insieme in tavoli da 8/10 sempre strapieni e vocianti (ci piace parecchio questa convivialità coatta).
La cucina della Trattoria San Filippo Neri è di stampo milanese, senza disdegnare i classici della tradizione italiana. Dalla carne al pesce, tantissimi i piatti tra cui scegliere, tutti eseguiti senza strafare, a parte le abbondanti porzioni. C’è la possibilità di combinare le portate in tante formule a prezzo fisso, fino a quella più cara: primo + secondo + contorno + dessert a 12 €! Ai piatti fissi se ne aggiungono ogni giorno 8 a rotazione. Vi consigliamo le zuppe, i rigatoni pasticciati, le linguine allo scoglio, le seppie in umido, la casseoula, il rognoncino di vitello; e poi le specialità: il mercoledì cotoletta alla milanese e il venerdì merluzzo fritto o alla livornese. Dolci: tiramisù, torta di mele e crostate, il resto Bindi. I vini sono dell’azienda Bardoneschi, dell’Oltrepò Pavese: rustici quanto basta per non sfigurare in un posto così.
E’ chiuso la sera, ma apre alle 4 di mattina per servire le colazione ai camionisti (altra missione). Per via del trambusto non è il luogo ideale per fare una dichiarazione d’amore; ma per parlare coi colleghi sì: sentendoli a mala pena vi sembreranno addirittura simpatici.
Trattoria San Filippo Neri
Viale Monza 220, Milano
Tel. 02/84344847