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Ottaviano Lambruschi – Costa Marina, Vermentino Colli di Luni DOC 2014

Dall’accento ti sembra di essere ancora in Toscana, ma dallo scetticismo con cui vengono accolte le richieste d’informazioni stradali capisci che sei già in Liguria, per l’esattezza a Castelnuovo Magra. In altre parole, siamo in quell’affascinante terra di confine chiamata Lunigiana che, oltre a liguri e toscani, mette insieme mari e monti, macchia mediterranea e castagneti, pesci e cinghiali. Una terra, soprattutto, di fieri anarchici.

Qui Ottaviano Lambruschi, lavoratore alle cave di marmo di Carrara, negli anni 70 ha un’intuizione. Vede un terreno di un paio di ettari sulle colline di Ortonovo che è poco più di un bosco e capisce che da lì può nascere un grande vino. Lo acquista, lo dissoda con grande fatica e impianta la vigna. Dopodiché, abbandona il lavoro alle cave (uno dei pochi più faticosi del vignaiolo) e si mette a fare il vino. Proprio negli anni in cui tutti lasciavano la campagna.

All’inizio pianta trebbiano, malvasia e vermentino, com’era nella tradizione contadina che cercava l’equilibrio mescolando le uve e non affinando la tecnica di vinificazione. Poi si accorge che gli uccelli mangiano solo gli acini di vermentino ed ha una seconda intuizione, stavolta più facile. Decide di puntare tutto su questo vitigno, che in zona sarà tra i primi a vinificare in purezza. E da quella vigna tra i boschi, grazie all’ottima esposizione, al terreno sassoso particolarmente ricco di minerali e alla brezza marina (che al vermentino dà quel qualcosa in più) nascerà uno dei migliori bianchi italiani: il Costa Marina.

Ottaviano Lambruschi si aggira ancora in vigna e in cantina, col suo duro profilo contadino che sembra scolpito in quel marmo che per tanti anni ha lavorato. Anche se ormai da qualche tempo è il figlio Fabio a condurre l’azienda, seguendo sì gli insegnamenti del padre, ma non rinunciando alla sua indipendenza.

Il Vermentino Costa Marina è una via di mezzo tra quelli sardi, alcolici e pieni, e quelli della costa toscana, più fini ma al tempo stesso un po’ mosci dal punto di vista gusto-olfattivo. E’ vinificato rigorosamente in acciaio: la botte farebbe perdere solo spontaneità a un terroir così ricco.

Al naso in prima battuta prevale il minerale (sulfureo) e solo dopo, più delicati, i tipici profumi di macchia mediterranea e un po’ di fruttato. In bocca ha un corpo snello ed agile (meno polposo del solito per via dell’annata piovosa) e una discreta lunghezza. Chiude con una bella sapidità.

Un vino da consumare abbastanza presto, come la maggior parte dei vermentini, che non avendo molta acidità riescono a durare un po’ di più solo nelle annate calde, quando è l’alcol a fare da conservante (vedi il Costa Marina 2006). Nonostante le origini anarchiche, rispetta bene le regole dell’abbinamento: spigola al sale.

Bottiglie: 30.000. Prezzo: 18 € circa.

Potete trovarlo a Roma: Enoteca Trimani, Via Goito 20; a Milano: Enoteca Radrizzani, Viale Piave 20.

Ottaviano Lambruschi
Via Olmarello 28, 19033 Castelnuovo Magra (La Spezia), Tel. 0187/674261
www.ottavianolambruschi.com

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