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La bottigliata

E sì, il vino bevuto moderatamente (ripeto: bevuto moderatamente) fa bene alla salute. Al punto che si può parlare addirittura di dose farmacologica: 2-3 bicchieri al giorno per gli uomini, 1-2 per le donne, che geneticamente risentono un po’ più dell’alcol (per via della minore massa corporea, che significa meno sangue e dunque alcol meno diluito).

Se questa è la quantità per cui secondo la medicina il vino aiuta a star meglio, quella assolutamente da non superare è il mezzo litro al giorno, oltre il quale, diciamolo chiaramente, il vino fa male. Per gli effetti nefasti dell’alcol sul fegato e non solo. Del resto già in passato il biologo americano Ancel Keys, scopritore e poi divulgatore della dieta mediterranea (patrimonio Unesco, ricordiamocelo tutti, soprattutto chi mangia il seitan) aveva codificato in 2 bicchieri al giorno la giusta razione di vino per la nostra salute.

Ma la vera svolta si ebbe solo negli anni 80, quando la scienza cominciò ad approcciare il vino non più come sinonimo dell’alcol, ma come una bevanda contenente molte altre sostanze dalle importanti proprietà preventive e curative (stimolanti il metabolismo, antisettiche, antitumorali, ansiolitiche, etc…).

Analizzando i risultati più evidenti, non si può non partire dai polifenoli, nella fattispecie i tannini presenti nelle bucce dell’uva, e dunque nei vini rossi (nei bianchi le bucce vengono separate dal mosto). Oltre a dare una tipica sensazione di astringenza, hanno un effetto molto benefico sul nostro organismo, spiegato dagli scienziati con il cosiddetto “paradosso francese”: come mai i nostri cugini d’oltralpe a fronte di una cucina pesante fatta di salse grasse, burro, formaggio… hanno in media livelli di colesterolo basso? Perché guarda caso sono tra i popoli che consumano più vino rosso al mondo. In altre parole, i tannini (il resveratrolo in particolare) contribuiscono a pulire le arterie prevenendo ictus e cardiopatie. Insomma, gli scienziati convengono con quello che i poeti ci hanno sempre detto: il vino fa bene al cuore.

I tannini per di più hanno importanti proprietà antiossidanti. Non a caso sono i conservanti naturali del vino, e lo stanno diventando anche della bellezza muliebre. Sono molto utilizzati infatti nella cosmesi: combattono i radicali liberi responsabili dell’invecchiamento cellulare della pelle.

Il vino fa bene alla salute anche per altre sostanze che contiene. Gli acidi per esempio (citrico, tartarico e malico). Facilitano la digestione, già a partire dalla bocca. L’acidità produce salivazione, che contribuisce alla scissione di alcune sostanze favorendone l’assimilazione; nello stomaco e nell’intestino stimola poi la secrezione di succhi gastrici e pancreatici, fondamentali per il processo digestivo. Ancora meglio poi se il vino oltre ad essere acido è anche frizzante. L’anidride carbonica ha ulteriori effetti postivi sulla digestione, facilitando il passaggio del contenuto gastrico dallo stomaco all’intestino. Ma non è l’unica virtù delle bollicine: si racconta che Igor Stravinskij guarì da una polmonite bevendo Champagne mentre i medici cercavano la cura giusta.

Da non sottovalutare infine le sostanze minerali presenti nel vino, in particolare potassio e magnesio, tipici delle uve a bacca bianca dei terreni vulcanici. Combattono la ritenzione idrica e svolgono un’azione diuretica, aiutando a fare plin plin con regolarità.

Non ci resta che concludere con le prescrizioni mediche. A chi soffre di colesterolo, un bicchiere durante i pasti di Sagrantino oppure Aglianico, Nebbiolo, Gaglioppo. A chi ha problemi di digestione, stesse dosi, ma di bianchi come Erbaluce di Caluso, Ribolla Gialla, Riesling oppure bollicine. A chi fa poca pipì, il vino giusto potrebbe essere un Carricante dell’Etna, un Soave o una Falanghina dei Campi Flegrei.

In tutti questi casi, fate solo attenzione agli effetti collaterali: potrebbero verificarsi miglioramenti dell’umore e l’insorgenza di sorrisi.

(immagine: www.boorp.com)

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